Sicilian Ghost Story 2017
Film girato sui Nebrodi e nella cittadina di Troina, diretto dai siciliani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza; ha inaugurato la Semaine della Critique a Cannes.
I due registi siciliani, traendo spunto dal racconto Un cavaliere bianco di Marco Mancassola (2011), presentano in forma di fiaba un reale dramma mafioso: la tragica vicenda di Giuseppe, figlio tredicenne del pentito Santino Di Matteo che nel 1993 venne rapito ad Altofonte (PA), tenuto in prigionia per 779 giorni e poi strangolato e disciolto nell’acido.
Proprio la fiaba potrà far arrivare ai posteri questa storia vera un po’ dimenticata e per nulla conosciuta dagli adolescenti di oggi.
Ricco di simboli questo film ha per protagonista Luna, impavida ragazza dal montgomery rosso che, spinta dalla forza dell’amore, non esita ad addentrarsi nel bosco, a immergersi nell’acqua del lago, a scendere nella grotta per salvare il suo bel cavaliere improvvisamente scomparso. La giovane non si rassegna alla misteriosa sparizione dell’amato Giuseppe; si ribella al clima di omertà e complicità che la circondano e pur di ritrovarlo, si cala nel mondo oscuro che lo ha inghiottito.
In questa storia, l’amore caparbio della giovane fa da contrasto ai silenzi omertosi degli adulti (tra i quali la madre, figura austera che ricorda una matrigna).
In questa storia inoltre ritroviamo l’orco cattivo, animali (gufi, topolini), mele ‘avvelenate’ e, come in tutte le fiabe, un finale che dà speranza e che nel film ha come sfondo il contrasto tra la bruttezza delle case abusive e la bellezza maestosa dei templi di Selinunte,