“Si può fare” è un film del 2008 diretto da Giulio Manfredonia. Presentato al Festival internazionale di Roma,è ispirato ad una storia vera, quella della Cooperativa di tipo B “Noncello” di Pordenone. Con una sceneggiatura fatta di dialoghi ed espressioni incisivi, fa emozionare: fa calare lo spettatore in una realtà drammatica, ma pur trattando un tema complesso quale l’inserimento sociale e lavorativo dei disabili psichici, fa ridere, legittimando la possibilità di lasciarsi andare e di porsi al di là della rigidità del pregiudizio.
Nello, sindacalista, diventa il nuovo direttore di una Cooperativa di tipo B; pur non sapendo nulla di malattia mentale, riesce ad interagire con persone che vivono il disagio psichico senza identificarle con la patologia. Aiuta i soci della Cooperativa a riconoscere le proprie risorse grazie alle quali riescono a creare e portare avanti un’impresa; ma soprattutto, Nello, aiuta i soci della Cooperativa a riappropriarsi della propria dignità di persone. Per Nello stesso la Cooperativa si rivela un luogo dove divenire se stesso, e dove portare avanti un impegnativo percorso di crescita personale.
In questo film c’è la creatività. C’è il coraggio della solidarietà, la semplicità del voler bene l’altro che si incontra e scontra con le proprie ambizioni.
I protagonisti vivono forti aspettative ed importanti successi, ma devono anche fare i conti con gli sbagli, la possibilità di ammetterli e tollerarli, e su questi andare avanti.
Ci insegnano che si può fare.