Film del 2014 diretto da Francesco Munzi, pluripremiato nel 2014 alla Mostra di Venezia e nel 2015 al David di Donatello.
Basato su una novella di Gioacchino Criaco, Anime Nere è un dramma della ‘ndrangheta, vista da vicino, attraverso gli occhi dei giovani dell’Aspromonte.
E’ molto bella la scelta del luogo, intensi i colori: girato nelle strade e nelle case di Africo, un luogo arcaico e carico di misteri, in provincia di Reggio Calabria, il film mescola la bravura degli attori (tra questi, la nostra Manuela Ventura, attrice catanese) alla partecipazione degli abitanti. Vedendo il film giunge allo spettatore tutta l’autenticità dei volti, dei luoghi, del linguaggio.
Protagonisti del film sono tre fratelli, eredi di una famiglia criminale che è passata senza apparenti scossoni dalle cura delle capre al traffico di droga. Fanno affari a Milano e in Sudamerica, sembrano avere ormai ben poco in comune con i loro nonni e zii, quegli africesi che «odiano il mare» descritti da Corrado Stajano (Africo. Una cronaca italiana di governanti e governati, di mafia, di potere e di lotta, Torino, Einaudi, 1979).
Senza riuscire a lasciarsi alle spalle un passato che non passa, i fratelli vengono richiamati in Aspromonte a farsi carico di una vicenda remota ma non sepolta.
Per tutti i protagonisti, ma ancor di più per i più giovani, il bilico perenne tra passato e presente rende difficile ed incerta l’affermazione e la comprensione della propria identità, fino a spingersi agli archetipi della tragedia.